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Cronaca

Guerra sul pecorino toscano, può saltare tutto il sistema

Guerriglia sul prezzo del latte: gli allevatori chiedono 0,90 centesimi al litro mentre i caseifici ne offrono 0,80. Coldiretti: per produrre costi aumentati del 20%, "così salta tutto il sistema"

Torna lo scontro tra allevatori toscani e caseifici industriali per la nuova guerra del latte. L’oggetto del contendere è il noto “pecorino” dopo l’esclusione di una regolamentazione nel decreto Milleproroghe. Gli allevatori di ovini “non intendono più essere ostaggio dei caseifici industriali, ne tanto meno di fratricidi giochi al ribasso”. E’ aperta la battaglia, almeno quella dei prezzi, con un tira e molla tra i caseifici industriali e gli allevatori che fanno notare come il prezzo al dettaglio sia rimasto il medesimo.
In Maremma, dichiara la Coldiretti,  si sta lavorando alla realizzazione di una cooperativa di trasformazione indipendente.  Abbassare ulteriormente il prezzo del latte, dagli attuali 90 centesimi il litro agli 80 proposti dall’industria può “solo portare – spiega Tulio Marcelli, Presidente Regionale Coldiretti – all’inevitabile chiusura delle stalle con ripercussioni su occupazione, Pil, territorio e immagine della Toscana. Tra la domanda e l’offerta ci sono 10 centesimi che fanno la differenza per la sopravvivenza di un’azienda zootecnica. Un sistema storico rischia di saltare in aria, e la Toscana è disposta, e soprattutto si può permettere, di perdere il suo patrimonio zootecnico? Basta essere chiari. Ci sono rischi, anche non troppo lontani se il clima non cambierà tono anche ambientali e sociali. Se le aziende vanno in crisi è facile intuire gli effetti”.

Dopo l’incompatibilità natalizia tra Coldiretti e Regione la speranza d’accordo sta nella formula dell’assessore Giovanni Salvatori: qualità, prezzo e promozione. I costi di produzione per  un litro di latte sono aumentati del 20% nell’ultimo anno – analizza Roberto Madde, Direttore Regionale Coldiretti – e gli allevatori non si possono permettere di ritoccare in difetto il prezzo del latte. Non ci sono realmente i margini per avviare una trattativa in difetto. Non siamo disposti a trattare se non c’è un progetto serio che tutela e salvaguardia chi contribuisce all’eccellenza del prodotto finale”.
 

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