8 marzo: la mimosa anticipa la fioritura e la festa della donna
L'allarme di Maracchi: "Arriva con un mese di anticipo". Confcommercio: "Non acquistatela dagli abusivi"
Da qualche anno le temperature troppo miti in autunno portano la mimosa a fiorire anche un mese prima rispetto all’ 8 marzo. A sottolinearlo è stato oggi a Firenze il climatologo Giampiero Maracchi, che ha svolto la conferenza su “Agricoltura e Cambiamenti climatici”, organizzata da Legambiente in collaborazione con l’Accademia dei Georgofili.
Per Maracchi non basta riconoscere l’importanza globale dell’agricoltura: è indispensabile ripensarla attraverso una collaborazione di filiera che garantisca un reddito equamente distribuito a tutti i livelli, altrimenti sarà comunque un settore destinato all’abbandono e questo non possiamo permetterlo.
E mentre la Toscana si piazza al secondo posto in Italia tra tutte le regioni italiane con più "sindaci in rosa" dove oltre la metà dei comuni è stato amministrato negli ultimi 30 anni da donne (il 44,8%), dietro soltanto all'Emilia Romagna, torna l'allarme di Confcommercio contro i venditori abusivi. “Acquistate le mimose dentro i negozi dei fioristi. Le donne si meritano un dono all’insegna della legalità”, è l'appello che rivolge ai consumatori l'associazione di categoria per arginare l’annosa questione della vendita abusiva di mimose, che si ripresenta puntualmente ogni 8 marzo.
“E' prevedibile che, come al solito spunteranno ovunque in città venditori abusivi di fiori”, dice il direttore della Confcommercio Toscana e di Firenze Franco Marinoni, “ma dove non arriva la sensibilità dei consumatori deve arrivare la legge. Per questo abbiamo scritto al Sindaco, all’Assessore al commercio e al comandante della Polizia Municipale affinché rafforzino l'azione di controllo per contrastare in maniera efficace e capillare ogni forma di abusivismo commerciale”.
“Purtroppo ancora poche persone sono consapevoli che qualsiasi prodotto venduto illegalmente, fiori compresi, non solo va ad alimentare l’elusione e l’evasione fiscale - conclude - ma spesso arricchisce organizzazioni criminose che, oltretutto, sfruttano le persone reclutate per la vendita. Altro che acquisto innocuo, diventa un peso in termini economici e sociali”.