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Lunedì, 29 Aprile 2024
Ristoranti in punta di forchetta

Ristoranti in punta di forchetta

A cura di Marco Gemelli

Giornalista, critico gastronomico ed editore, collabora da tempo con diverse testate online/offline italiane e internazionali raccontando le eccellenze del made in Italy, con particolare riguardo a Firenze e la Toscana. Ha fondato e dirige la testata "Il Forchettiere", con cui organizza le manifestazioni "Italian chef charity night" e "Tavola Latina".

Ristoranti in punta di forchetta Centro Storico

Esercizi storici: qualcosa non si muove all'Harry's Bar

A cura di Marco Gemelli

Che nessuno si aspetti di tornare presto a bere un drink in lungarno Vespucci, né tantomeno a incrociare i calici magari per le festività di fine anno: a quanto pare, i tempi per sciogliere il complicatissimo rebus del futuro degli spazi dell'Harry's Bar saranno ancora lunghi. La vicenda legale che ha animato la scorsa estate – culminata nella chiusura dello storico cocktail bar, con la riconsegna del locale che ha accolto le grandi star del grande schermo, da Paul Newman a Liz Taylor – è ancora aperta, e vede confrontarsi la società dei fratelli Antonio e Francesco Bechi che gestiva il fondo (in realtà dall'Ufficio camerale emerge che ne esistano due, la vecchia “Harry’s Bar Firenze 53” con 0 dipendenti e la nuova “Boston 70” con 55) e la Gin srl, proprietaria e in capo alla famiglia Olivetti Rason.

In un primo momento, sembrava che il futuro della struttura sarebbe cambiato in tempi più rapidi: nel corso dell'estate diversi imprenditori – sia fiorentini sia emissari di importanti brand nazionali interessati a sbarcare in città – hanno chiesto informazioni e in alcuni casi visitato gli spazi di lungarno Vespucci. Tuttavia a frenarli non è stato solo la richiesta economica del canone di locazione (pare si aggiri intorno ai 20mila euro mensili) quanto soprattutto la possibilità che un nuovo intervento della magistratura possa rendere vana qualsiasi nuova iniziativa imprenditoriale. Non a caso, la sigla sindacale Filcams Cgil ha recentemente confermato che “la proprietà dell'immobile Gin Srl ha interrotto le ricerche del nuovo locatario e quindi che non sarà possibile proporre alcuna ricollocazione del personale, ad oggi eccedente, ben 13 lavoratori. L'azione giudiziale intrapresa dalla Boston 70, che è ancora pendente, gli imporrebbe infatti di ripristinare gli ambienti originari compresa la separazione tra piano terra e primo piano, quest'ultimo di altra proprietà”.

In altre parole, chiunque subentrasse come locatario avrebbe su di sé una pesante spada di Damocle: spendere per realizzare un nuovo locale (i vincoli del Comune dovrebbero garantire una certa continuità, evitando che quegli spazi possano andare ad altre tipologie di attività commerciale) e poi dover spendere per rimettere tutto com'era. Ecco perché tutti aspettano le decisioni del tribunale che – sempre secondo il sindacato, che esprime preoccupazione - sul punto dovrà esprimersi a giorni. Per la Filcams Cgil, infine, quello dell'Harry's Bar non è un caso isolato: “Pensiamo sia necessario, proprio a partire da questa vertenza, solo l'ultima in ordine cronologico di vicende analoghe (su tutte Giubbe Rosse e Giacosa), provare a costruire un percorso di confronto con l'amministrazione comunale affinché si individui la possibilità di ulteriori tutele, oltre a quella già previste, sugli esercizi storici della città in ordine a precise clausole sociali da attivare in casi come questi, clausole che investano tanto le proprietà immobiliari quanto quelle titolari del marchio”.

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