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Diario di una donna

Diario di una donna

A cura di Federica Sazzini

Bonus mamma: perché sono una mamma che lavora (?)

A cura di Federica Sazzini

Si avvicina l’8 marzo e come ogni anno escono i report sui dati occupazionali delle donne in Italia. Le donne non lavorano. Le donne lasciano il lavoro dopo aver avuto figli. Le donne non fanno più figli. Aiutiamo le donne a lavorare e fare figli: diamogli il bonus mamma. Ecco, il bonus mamma.

Ho fatto due conti. Per poter avere il massimo della decontribuzione (3000 euro annui) bisogna avere un imponibile di almeno 32700 euro. Io, che ho un imponibile maggiore di questa soglia, tre figli minorenni e un contratto a tempo indeterminato, sono una delle privilegiate che possono accedere al massimo della decontribuzione: 3000 euro annui. Che sarebbero 250 euro al mese. Sarebbero, perché la decontribuzione aumenta l’imponibile, e quindi sono tassati nell’aliquota massima. Ah, non lo sapevate? Ecco, ora lo sapete. Nel mio caso l’aliquota è il 43%. Sarebbero, quindi, 142,5 euro al mese.

Sarebbero, perché andranno ad alzare il mio ISEE familiare facendomi sforare nella fascia più alta, e quindi l’assegno unico che percepisco passerà da 214,8 a 178.5 euro. Quindi, alla fine, saranno 106,2 euro al mese. Ovvero 35,4 euro a figlio. Ovvero 1.18 euro a bambino al giorno.

Ora, cosa ci dovrei fare con 1.18 euro al giorno? E soprattutto, potrò rispondere alla domanda: perché lavoro? Perché mi premiano con 1.18 euro al giorno a figlio?
E badate bene, non solo sono una di quelle che percepirà questo bonus, ma probabilmente il mio è il bonus più alto.

Ora, io mi domando se al governo (qualunque governo che si sia succeduto negli ultimi trent'anni, non questo in particolare) si siano mai posti seriamente la domanda: perché le donne lavorano? No, avete letto bene. Non la domanda: perché le donne non lavorano. La risposta in questo caso è banale, non vale nemmeno la pena di fare una domanda del genere.

 Nel secondo trimestre del 2023 il tasso di occupazione delle 25-49enni era pari all’81,3% se la donna viveva da sola, scendeva al 76,2% se viveva in coppia senza figli , al 63% se c’era un figlio under 18, al 56,1 % con due figli minorenni.

Le donne non lavorano perché quando ci sono dei figli semplicemente non gli conviene. Non gli conviene economicamente, perché dovrebbero pagare qualcuno che badi ai bambini mentre loro sono via. Costosissimi nidi privati all’inizio, poi baby sitter che vanno a prendere i loro figli in scuole che
chiudono ore prima della fine del loro turno, salatissimi centri estivi con cui sfangare i tre mesi di chiusura estiva della scuola italiana.

É una spesa affrontabile con un figlio solo, con due il bilancio familiare scricchiola, con tre in molti casi diventa inaffrontabile. Non gli conviene nemmeno fisicamente. Dovrebbero correre come pazze per riuscire a conciliare i vari impegni, sempre di fretta, sempre stanche, sempre nervose. Riesci a fare fronte alle malattie e gli imprevisti di un figlio solo, con due diventa un equilibrismo, con tre si finisce spesso tutti con il culo a terra.

E infine non gli conviene emotivamente. Ritrovarsi i figli cresciuti davanti all’improvviso e domandarsi incredule dove si trovavano mentre questo avveniva. Altrove, lottando per incastrare tutto. E il partner? Negli ultimi anni le cose sono migliorate e il partner partecipa a questa corsa frenetica, si sobbarca la sua parte di fatica. Il risultato è che con un figlio solo ce la fai, con due passi alla marcatura a uomo, con tre a quella a zona, e spesso fallisci. E la sera a crollare disfatti si è in due, stanchi di dover lavorare entrambi ininterrottamente.

E quindi? E quindi ha più senso che uno dei due non lavori. E dato che le donne sono in media pagate meno, smettono le donne. E allora io? Io, che ho scelto di fare tre figli, perché lavoro? Ci penso e butto giù di getto la mia risposta. Per la mia realizzazione? Per la mia emancipazione? Per poter uscire da questa casa? No.

Io lavoro perché mi pagano. Perché mi pagano bene. Perché mi pagano bene e ho studiato tanto per fare questo lavoro. Perché mi pagano bene, ho studiato tanto per fare questo lavoro e perché i soldi mi servono.

Le madri laureate lavorano nell'83,2% dei casi, ma le lavoratrici sono molte meno tra chi ha il diploma della scuola superiore (60,8%) e calano al 37,4% con la sola licenza media.

Se vogliamo che le donne lavorino dobbiamo fare in modo che abbiano stipendi adeguati e servizi di cura per i bambini, possibilmente pubblici e che non gli rubino metà dello stipendio. Non serve altro. E il bonus mamma? Utile, certo. Meglio che niente, direte voi. Sono indecisa su come usarlo. No, non è vero, forse un’idea ce l’ho.

 Mi ci prenderò i miei tre caffè quotidiani, e farò la splendida, me li prenderò al bar. Perché io sono una mamma che lavora, e posso permettermi certi lussi.

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