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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Certosa del Galluzzo: la meraviglia fiorentina raccontata da chi ci ha vissuto

"L'azione del silenzio", una suggestiva esperienza teatrale firmata Giovanni Micoli e Compagnia delle Seggiole

Ci sarà un motivo se da ben dodici anni "L'azione del silenzio" è portato in scena alla Certosa del Galluzzo dalla Compagnia delle Seggiole di Firenze. Il motivo è che si tratta di uno spettacolo - in calendario in questi giorni nella suggestiva cornice del monastero voluto nel '300 da Niccolò Acciaiuoli e da pochi mesi gestito dalla Comunità di San Leolino - che funziona come il proverbiale orologio svizzero. Ma non solo per le delicatissime scelte registiche, di luci e di scenografia (e vabbè, diciamo che il contesto aiuta "un tantinello"!), quanto per la capacità di coinvolgere in un percorso di interiorità e di "purificazione" lo spettatore che si accosta all'evento con la giusta predisposizione d'animo.

L'azione del silenzio

Il risultato, va detto, è anche frutto della qualità degli interpreti capitanati dal fondatore della compagnia Fabio Baronti (Marcello Allegrini, Mario Altemura, Luca Cartocci, Fazio Facchini, Beatrice Faldi), credibili ed estremamente convincenti e in grado, quindi, di aprire al pubblico le porte della magica dimensione teatrale. "L'azione del silenzio" è una produzione ascrivibile alla categoria dei "viaggi teatrali", uno dei cavalli di battaglia dell'ensemble, insieme ai rinomati "radio-gialli". Si ha modo di spostarsi in alcuni dei luoghi più significativi del monastero, compresi i tre chiostri, la chiesa col coro e i magnifici stalli lignei, la cappella, il refettorio e uno degli eremi in cui i religiosi conducevano in "isolamento" la propria esistenza monacale. E riviviamo i dubbi e i tormenti che talvolta assalivano chi si votava a Dio in maniera così netta o era in procinto di farlo, ma anche la gioia di chi riteneva la scelta fatta la migliore possibile per incontrare sé stesso e l'Assoluto.

Fra la narrazione di aneddoti, di storie dei personaggi che hanno vissuto dentro l’immenso complesso certosino e spiegazioni a carattere storico della struttura, l'esperienza è di quelle che lasciano il segno. Costumi Silvia Anderson, progetto Luci Fabrizio Rosazza, direttore di scena Daniele Nocciolini.

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