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In libreria la storia dell’uomo che a Firenze inventò il cinema prima dei Lumière

Esce "Alberini 00", biografia di un genio incompreso e dimenticato

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di FirenzeToday

Ma quali Lumière! La storia più incredibile delle origini del cinema è andata in scena a Firenze. Protagonista Filoteo Alberini, un giovane appassionato di fotografia che, sul finire del XIX secolo, dalla provincia laziale arriva nel capoluogo toscano in cerca di fortuna. La città all’epoca vive ancora il clima elettrico di Firenze Capitale del Regno, che ne fa l’unico centro italiano a vivere il grandioso fermento europeo della Belle Époque e della rivoluzione industriale. Alberini, non ha titoli ed è un semplice impiegato del catasto, ma un giorno del 1895, passeggiando sotto i portici di piazza Vittorio Emanuele II (oggi piazza della Repubblica), salotto buono della borghesia cittadina appena inaugurato nella vasta operazione di risanamento del centro storico, in una vetrina ha modo di vedere il kinetoscopio di Thomas Edison, la prima macchina capace di catturare e riprodurre il movimento. È un incontro fatale. Alberini, da solo, senza soldi e senza alcuna formazione specifica in materia, in pochi mesi costruisce una macchina in tutto e per tutto identica al celebre cinematografo Lumière. La battezza kinetografo. È, di fatto, l’invenzione del cinema. Peccato solo che, nella corsa ai brevetti, i fratelli francesi, più ricchi ed esperti, arrivino per prima, bruciando Alberini al fotofinish. Ma questo è solo l’inizio di una storia avvincente e avventurosa come un romanzo. Smaltita la delusione per aver mancato di un soffio l’invenzione di un secolo, il genio coglie prima di chiunque altro tutte le potenzialità del cinema. Sempre a Firenze, sempre sotto i portici di piazza Vittorio Emanuele II inaugura il Reale Cinematografo Lumière, prima sala cinematografica fiorentina (e tra le prime in assoluto in Italia) unicamente dedicata alla proiezione, in quegli stessi locali dove troverà sede il glorioso cinema Edison fino al 1992 e, fino a dieci anni fa, l’omonima libreria. Nemmeno stavolta però la fortuna sarà dalla sua parte e di nuovo verrà bruciato dalla concorrenza di un esercente con più soldi e più mezzi, quel Remondini che rileverà anche i suoi locali estromettendolo dalla storia del cinematografo a Firenze. Il successo arriverà a Roma, dove oltre a gestire un intero circuito di sale, Alberinifonda la prima casa di produzione italiana, quella Alberini&Santoni che con i suoi stabilimenti al Tuscolano avrebbe ispirato nientemeno che Cinecittà. E con cui avrebbe prodotto La presa di Roma, primo film a soggetto della storia del cinema italiano, da lui stesso diretto. A raccontarci questa vita incredibile, con uno stile più vicino a un romanzo che a un saggio, è lo scrittore e regista Riccardo Lestini nel volume Alberini 00.

L’uomo che inventò il cinema italiano, fresco di stampa, edito dalla casa editrice romana Bibliotheka, quarto volume della collana “Cinema del 900” diretta da Massimo Moscati. Un libro che recupera questa storia ingiustamente dimenticata restituendo al suo protagonista il ruolo che più gli spetta e gli compete: quello di padre indiscusso del cinema italiano. In tutte le librerie e in tutti gli store on line. Anche in formato e-book! L'autore, Riccardo Lestini, è nato in Umbria, a Passignano sul Trasimeno, nel 1976, ma da oltre vent'anni vive e lavora a Firenze. Ha scritto, tra gli altri, i romanzi Il Piccolo Principe è morto e Firenze, un film e la raccolta di racconti Ogni fottuto natale. Per il teatro ha firmato numerose regie, tra queste il monologo Con il tuo sasso, dedicato al G8 di Genova. Sullo stesso argomento ha scritto la sceneggiatura del fumetto L’estate ritorna, pubblicata assieme a scritti e disegni di ZeroCalcare ed Erri De Luca nel volume Nessun rimorso, e il monologo breve Genova Libera, con cui ha aperto i concerti dei Modena City Ramblers.

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